Un fine settimana fuori porta, a vedere luoghi dell'infanzia che non ricordavo più, con amici che ho conosciuto dopo i quarant'anni.
Stacco i pensieri, penso soltanto a cose futili, discorsi per passare il tempo in compagnia.
Serve, serve a tanto, il tempo trascorso a perder tempo.
Serve a caricare il cuore e il cervello.
E in questo girovagare incontro sconosciuti. Mi piace parlare, conoscere. Sono curiosa come una scimmia.
Loro sono le mille vite di persone normali che avrei potuto vivere. Avrei voluto essere una pianista, una pittrice, un medico, un avvocato.
Avrei potuto scegliere un lavoro che mi costringesse a viaggiare, a parlare di affari, a dire: "compro tutto, vendo tutto".
E invece ho fatto la mamma, la moglie, la figlia. Ho sempre continuato a studiare, a scrivere, a disegnare, a suonare per diletto…e ora sono una tutor dell'apprendimento.
Mi è mancata tantissimo la carriera, perchè sono sicura che ne avrei fatta tanta, "tutta quella che si può".
Mi è mancato tantissimo vestire abiti firmati e tacchi alti, perchè sono sicura che sarei stata "superfichissima".
Mi è mancato tantissimo avere mille impegni in giro per il globo in agenda perchè sono sicura che sarei stata il centro dell'universo, "il mondo non sarebbe stato abbastanza".
In quest'ultima settimana avevo proprio voglia di staccare, perchè i bambini che seguo sono tanti e mi assorbono tanta energia. La fatica quotidiana mi prosciuga. La solitudine, l'essere altro dal mondo degli adulti mi svuota.
E quindi ben venga un giro con amici, tra cantine, mostre d'arte, accompagnate da discorsi da grandi.
Poi, entro in un museo, per seguire un'amica, e mi ritrovo a spargere polvere di fata, seguire bacchette magiche che si trasformano in colombe, ridere, pronunciare formule magiche.
Ho parlato con il mago Sales, un prete salesiano, un mago di quelli che hanno fatto la storia dell'illusionismo, ho conosciuto un altro modo di amare i bambini, nuovamente con la fantasia.
Ho comprato un libro e poi un altro e un altro ancora e con alcuni imparerò ad incantare i miei allievi.
Ho sempre avuto la penna magica, adesso ho nuovi strumenti per creare un filo magico con cui catturare la fiducia e far crescere l'autostima in quei giovani che aspettano soltanto di essere scoperti.
E sono tornata nel mio mondo, una calamita, una favola, non so ancora…
Quello che so di certo è che sono nel posto giusto anche quando corro via.
Un lavoro normale?
Vedremo…
http://www.museomagia.it/it/didattica
In un post sul tuo blog hai raccontato cosa avresti fatto, cosa hai in parte fatto e cosa avresti voluto fare.
RispondiEliminaNessun rimpianto. Bisogna guardare avanti. Si guarda un po' indietro per non ripetere gli sbagli.