Amavo correre con il vento in faccia, libera, selvatica. Io, mio fratello e i miei due cugini andavamo giù dalla ripa e poi ci dondolavamo tra le liane che scendevano giù dagli alberi.
Non temevamo nulla, nessun animale, nemmeno i ragni che affollavano qualche tana abbandonata. Ogni anfratto era un nascondiglio, un posto in cui arrivare per primi.
Mio nonno, un uomo buono, con il viso spigoloso scavato dalle rughe, per tenerci vicini a casa ci raccontava del vigile Giuseppe, pronto a fare multe salatissime ai bambini monelli.
Penso che il vigile Giuseppe sia nato quando io avevo circa 5 anni, il giorno in cui ho fatto un capriccio di troppo per mangiare la verdura. Ed è vissuto nei nostri racconti, per una decina d'anni fino all'età della meritata pensione. Senza alzare un dito o emettere un suono, senza mai esistere veramente, è riuscito a tenere a bada 4 bambini scatenati.
La divisa, il fischietto argentato dal suono mai udito non erano da sfidare.
E ancora oggi ogni volta che vedo un fischietto penso al vigile Giuseppe e a mio nonno, alle sue guance ruvide e ai baci sulla fronte, dolcissimi e delicati.
Questa domenica ho visto un fischietto, non argentato ma rosso, attaccato ad una stringa di cuoio lunga fino a metà torace con una ventina di nodi, uno per ogni persona salvata dal mare.
Una spiaggia di sassi, piccola.
Un solo bagnino che sorveglia le onde, canottiera rossa, pantaloncini rossi. Occhi azzurri come il mare, nascosti da enormi occhiali da sole.
Una domenica tranquilla, come tante.
Bambini che giocano, un paio che prestano gavettoni già pronti: "Però non li fai scoppiare", altri che rispondono grazie con un garbo che stupisce.
C'è qualcosa di speciale. Nessuno che urla, solo sorrisi sdentati e occhi spalancati.
Io ho gli occhi fissi al mare, ascolto le onde e mi ricarico di luce.
L'ombrellone del bagnino è davanti a me, mi toglie un po' di vista ma pazienza: guardo attraverso e trovo il mare, a stento. Ma vedo qualcosa di speciale: un bimbo, due bimbi, poi tre, dietro al bagnino.
E poi non c'è più posto e allora tutti in cerchio davanti a ridere e a scherzare. Forse parlano di una caccia al tesoro.
Un bimbo si appoggia allo schienale della sedia del bagnino e gli mette le braccia intorno al collo. Lui gli schiocca un bacio sonoro, quasi una pernacchia sulla spalla.
E ridono.
E io rubo una foto cercando uno scatto in cui non si vedano i visi.
Voglio per me il ricordo di quell'armonia, senza volti. Una meraviglia. Sembrano api sul miele, vanno e vengono liberi di ridere, scherzare e giocare.
Nessuno si allontana dagli ombrelloni o tenta di andare sulla strada o fa i capricci.
Sono i bambini di Toni.
Quando è da solo per un breve istante mi avvicino e gli chiedo: "Qual è il tuo segreto? Come fai ad attirare i bambini e a farti volere così bene?"
Lui non lo sa.
Se il suo lavoro non fosse quello del bagnino d'estate e della guardia del corpo d'inverno, avrebbe aperto un asilo.
"I bambini sono speciali, ti stupiscono: quando arrivano in spiaggia, anche se hanno l'ombrellone lontano dal mio, corrono a salutarmi e mi chiedono come sto, cosa ho mangiato, si interessano veramente".
Lui ha gli occhi fissi al mare, quando uno di loro gli deve parlare si mette dietro, con i piedi e la testa all'ombra e fissa il mare con lui. Saltellano perchè i bambini non possono stare fermi e intanto gli raccontano tutto del loro mondo e lui ascolta.
E quando crescono vanno ancora da Toni con i piedi nella sabbia. Raccontano della scuola, degli amici, forse dei primi amori, dondolando sulle gambe…non si salta più a 15 anni ma non si sta nemmeno fermi. Sempre dietro per fissare il mare insieme. E crescere ancora un po'. Accarezzandogli la testa, pettinandogli i capelli, con un gesto naturale rivolto solo a chi si è preso cura di te da quando eri bambino.
Il bagnino Toni e la sua divisa rossa sono in grado di ricevere dai bambini attenzioni, felicità, malumori, storie, racconti, carezze, entusiasmo, dolcezza, capricci, sogni.
Lui, i suoi nodi al collo, le vite salvate, il fischietto.
Loro, i sorrisi, la spensieratezza, la fiducia.
Non conosco il suo segreto. Nemmeno oggi che gli ho parlato.
So soltanto che è un uomo speciale e che esiste veramente nella vita di molti bambini.
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