1- Ma è proprio necessario sapere le tabelline ad alta velocità?
2- Ma è proprio necessario saper fare le moltiplicazioni?
Due quesiti non facili ma, se vogliamo, semplici.
Mi piace appoggiarmi nella ricerca di una risposta coerente a queste domande e a molte altre che posso immaginare (o che mi vengono poste), alle parole di Isaac Asimov, uno dei più grandi autori di fantascienza del XX secolo. Ha esplorato nei suoi racconti temi rivoluzionari legati alla scienza, alla tecnologia e all’intelligenza artificiale. Tra questi, il racconto "9 volte 7", conosciuto anche con il titolo “The feeling of power”, occupa un posto particolare, poiché anticipa una riflessione che oggi è al centro del dibattito sull'intelligenza artificiale.
Nel racconto, ambientato in un futuro in cui calcolatori meccanici hanno preso il sopravvento nella gestione di compiti complessi, si narra la vicenda di un giovane matematico, Gilbert, che si ritrova in un mondo in cui anche le operazioni più semplici, come il calcolo di 9x7, sono delegate alle macchine. Una società intera sembra aver perso la fiducia nelle proprie capacità cognitive, delegando sempre più compiti agli automi. Tuttavia, Gilbert, pur con mezzi ridotti (carta, matita e cervello) riesce a dimostrare la superiorità e l'insostituibilità dell'intelligenza umana.
La capacità di Gilbert di calcolare 9x7 senza l’uso delle macchine diventa un simbolo di resistenza, un atto di affermazione dell'ingegno umano.
Sebbene oggi l’intelligenza artificiale sia capace di risolvere problemi complessi, Asimov ci avvertiva che ci sono dimensioni del pensiero umano che non possono essere replicate o sostituite, come la creatività, l'intuizione e la capacità di adattamento.
La sua intuizione appare oggi più attuale che mai: mentre l'intelligenza artificiale continua a svilupparsi, la necessità di preservare e coltivare l'ingegno umano rimane fondamentale.
Pertanto la mente umana va tenuta in allenamento, usata. Non deve cedere in tutto all’intelligenza artificiale per comodità!
Il punto di vista di Asimov risulta quindi un’ottima risposta alla seconda domanda:
2- Ma è proprio necessario saper fare le moltiplicazioni?
Poche persone possono essere in disaccordo: dobbiamo sapere cosa c’è alla base di ogni tecnica di calcolo. Le tabelline sono una base fondamentale per poter comprendere il meccanismo delle moltiplicazioni e di molto altro.
Resta meno evidente la risposta alla prima domanda:
1- Ma è proprio necessario sapere le tabelline a memoria, ad alta velocità?
Gilbert fa uso di carta e matita, una calcolatrice di carta, uno strumento, un supporto alla memoria di lavoro. Potremmo considerare allo stesso modo la tavola Pitagorica come uno strumento? Ovviamente sì.
Cambierebbe qualcosa se lo chiamassimo strumento compensativo?
La velocità di calcolo aiuta ad avere calcoli più precisi?
Indovinate quali risposte mi vengono in mente?
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