Errore grave
Mio padre da sempre si diverte con poco: carta e matita.
Scrive dimostrazioni e teoremi.
Una ricerca continua da prima che io nascessi su argomenti di cui io non sospetto l’esistenza.
Ma ogni tanto parliamo del suo lavoro, che continua anche se è in pensione.
Poco tempo fa ha cercato con molto entusiasmo di mettermi a parte di una ricerca che ancora non è riuscito a concludere e che pochi scommettono che terminerà. In questi ultimi due anni ha incontrato molti ostacoli nei procedimenti e ha fatto errori.
“Errori gravi?” Ho chiesto.
“Gli errori sono errori, se sbagli non dimostri il teorema.” Mi ha risposto.
La sua frase mi ha colpito molto.
L’errore piccolo o grande porta ad un risultato sbagliato e in matematica non ci sono mai sfumature, una cosa è giusta o sbagliata.
“Vuoi andare avanti lo stesso?” Ho chiesto.
“Certo che vado avanti! E se sbaglio qualcosa almeno ho sbagliato facendo qualcosa che mi diverte…”
Ma lui è un matematico puro, una mente logica con guizzi di creatività. Un errore non lo spaventa e soprattutto non lo mortifica. La sua sicurezza è stata costruita grazie ad una serie di dubbi e di errori che ha superato nel suo passato. Non c’è giudizio esterno che possa fermare il desiderio di risolvere un enigma perché è una questione matematica e non emotiva.
Vorrei che questo succedesse anche agli studenti quando leggono un voto deludente dopo aver studiato tanto per recuperare le lacune.
Il voto è una seria valutazione di ciò che si è in grado di risolvere ma non descrive cosa c’è sotto l’errore. L’esercizio può essere sbagliato perché non hanno capito proprio nulla o perché non hanno letto attentamente il testo, perché hanno sbagliato un calcolo o perché hanno sbagliato il procedimento, perché non ricordano la regola o perchè hanno sbagliato a copiare il risultato dalla brutta…
E così succede che ad un certo punto subentri lo sconforto, magari ad un solo passo dal successo.
Comprensibile.
E allora ci sono io a ridimensionare la delusione, a spiegare che bisogna insistere pensando a comprendere l'argomento e non cadere nell'umiliazione per il voto.
A scuola sbagliare deve essere uno dei passi per crescere e non il motivo per mollare.
L’errore, quello grave, è abbandonare.
P. S. L'entità dell'errore dipende da chi lo commette. Nel caso di un ingegnere basta un solo errore di calcolo in un progetto e la struttura crolla. Una grave responsabilità.
Non sempre con un uovo rotto si può fare una frittata… questo è innegabile ma non è fortunatamente il caso dei nostri studenti.
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