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Socrate e Pitagora

La maieutica, o metodo socratico, è una tecnica filosofica attribuita a Socrate il cui scopo è guidare una persona verso la conoscenza attraverso il dialogo e la riflessione. Il termine deriva dal greco "maieutikḗ", che significa "arte di far partorire". Socrate paragonava il suo metodo al lavoro della levatrice, capace di "far nascere" idee e verità già presenti nella mente dell’individuo, ma ancora inespresse o non pienamente comprese.

Facile, no?

Negli ultimi anni l’educazione ha attraversato profondi cambiamenti, abbracciando metodi sempre più interattivi e collaborativi. 
Ispirati alla maieutica con ottime intenzioni, vengono applicati in modo confuso, tradendo i presupposti iniziali, vista la natura umana dei docenti.
Lavorando a stretto contatto con chi vive difficoltà scolastiche, noto come la totale eliminazione della didattica frontale, attuata ormai da molti docenti, generi non pochi problemi, ancor più nella matematica, dove una teoria chiara, semplice permette di destreggiarsi con efficacia nella risoluzione di esercizi e applicazioni pratiche e quotidiane.

Prendiamo il Teorema di Pitagora come esempio per mettere in luce le complessità. Se agli studenti fosse richiesto di dedurlo autonomamente, partendo dalla sola consapevolezza che esiste un legame tra i cateti e l’ipotenusa di un triangolo rettangolo, il processo risulterebbe lungo e frustrante. Questo approccio favorirebbe solo menti eccelse, capaci di sviluppare strategie creative e risolutive. Ma cosa accadrebbe a coloro che, pur essendo curiosi, vivaci e con intelligenza nella norma, necessitano di una guida per apprendere e apprezzare il genio nascosto in una formula tanto semplice quanto rivoluzionaria?

Il Teorema di Pitagora porta il suo nome non solo perché l'ha immaginato lui per primo, ma anche perché solo pochi come lui possedevano la fantasia e la conoscenza necessarie per elaborare una soluzione così brillante. 
La scuola non dovrebbe essere un luogo esclusivo per i più dotati. Dovrebbe essere accessibile a tutti, offrendo spiegazioni chiare e strumenti concreti per crescere e comprendere. Non possiamo permetterci di lasciare indietro chi ha bisogno di un bravo docente per progredire, perché questo significherebbe abbassare il livello della classe, aumentando il divario tra chi apprenderebbe comunque, anche da solo in una stanza con un labile suggerimento, e chi necessita di una guida esperta per acquisire e interiorizzare le conoscenze.

Una spiegazione chiara e ben strutturata permette infatti una comprensione rapida ed efficace, consentendo agli studenti di focalizzarsi sull’applicazione e sull’approfondimento dei concetti. La didattica frontale, spesso criticata per il suo approccio trasmissivo, ha il grande merito di veicolare contenuti complessi in modo diretto, risparmiando tempo prezioso che può essere investito in attività di riflessione e analisi.

Noto sovente metodi che sollevano perplessità. Penso agli esercizi con parole mancanti da completare, utili in alcuni contesti ma inadeguati per spiegare concetti articolati a giovani che li approcciano per la prima volta. Lasciare spazi vuoti in un testo che dovrebbe fungere da strumento di apprendimento rischia di generare confusione, rallentando o addirittura ostacolando la comprensione complessiva. Quando agli studenti viene richiesto di "ricostruire" il sapere da zero si compromette lo sviluppo di competenze fondamentali come l’analisi e la sintesi. Una didattica efficace dovrebbe sì stimolare la curiosità senza sacrificare le basi su cui costruire.

La tendenza verso metodi meno strutturati incide anche sullo sviluppo del metodo di studio. La didattica frontale, se ben organizzata, insegna implicitamente come strutturare un discorso logico e organizzare le informazioni. Al contrario, affidarsi unicamente ad approcci meno lineari rischia di lasciare gli studenti senza strumenti per affrontare lo studio autonomamente, un problema che emerge chiaramente quando si richiede loro di lavorare in modo indipendente.

Un ulteriore punto di riflessione riguarda la maieutica, un'arte che non tutti i docenti possono padroneggiare. Alcuni insegnanti, pur essendo esperti e capaci di spiegare con chiarezza ed empatia, trovano difficile stimolare gli studenti a elaborare autonomamente concetti complessi. La maieutica richiede intuizione, empatia e una capacità quasi istintiva di guidare il ragionamento senza imporlo. Queste qualità, spesso innate, non si insegnano facilmente. Non possiamo spingere tutti i docenti verso un metodo che non sarebbero in grado di gestire.
Con questo non voglio sminuire il valore di quegli insegnanti che, pur non eccellendo in questo approccio, sono straordinari nel trasmettere contenuti in modo chiaro, supportando gli studenti con spiegazioni e testi strutturati.
Tutt'altro: vorrei incoraggiarli a proporre testi completi, senza buchi lasciati all'intuizione del singolo, a proporre materiale di approfindimento relativo ad un determinato argomento in modo che i ragazzi possano apprendere da chi li ha preceduti in modo armonico e possano applicare serenamente e con cognizione ciò che è stato scoperto da chi li ha preceduti. Una solida base con cui lavorare e, per i più dotati, un potente trampolino da cui spiccare il volo!

Commenti

  1. Un bel post, dedicato sia a chi è capace a insegnare sia a chi ha nella sua vita la fortuna di incontrare ottimi insegnanti.

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