La regola del 3
Le regole cambiano qualche volta.
Ne avevo una per suonare il pianoforte, tanti anni fa. Studiavo una battuta, la provavo sui tasti. Una prima volta, una seconda e una terza. Se in queste tre volte compariva un errore o anche solo una sbavatura ricominciavo da capo I'esercizio e a contare fino a 3.
Se invece tutto filava liscio proseguivo con una nuova battuta.
Ho usato questa regola anche con i miei ragazzi: affrontiamo un argomento e poi li metto alla prova 3 volte. Se non sbagliano possiamo andare avanti.
Se c'è un errore si ricomincia a contare fino a 3.
Alcuni hanno voluto verificare che la regola funzioni un po' prima, non hanno tempo per aspettare...e le 3 volte non sono più solo una conferma di ciò che si è appreso ma una guida per imparare a studiare.
Provano a ripetere la prima volta, non tanto bene, ma non c'è frustrazione perché sanno di avere ancora due tentativi a disposizione...è la regola!
Ripetono una seconda volta e iniziano a inquadrare bene le difficoltà.
Alla terza volta molto spesso riescono e sono pronti per affrontare la verifica, sempre per 3 volte.
Ho visto questa regola funzionare, in un altro modo ancora, dentro di me.
Spiego un argomento la prima volta non aspettandomi che venga appreso ma solo intuito. La seconda volta lo rispiego confidando nel fatto che verrà almeno ricordato. La terza volta accade che durante la spiegazione si intreccino le mie parole con quelle dello studente.
Se non succede vuol dire che le tre volte sono servite a qualcos'altro, anche solo a scoprire insieme l'esistenza dell'argomento.
Si tratta comunque di un risultato, perché la regola del 3 è un metodo che insegna la pazienza di apprendere e anche quella di spiegare.
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