Volare, sogno di tutti i bambini.
Lo spazio.
Nel silenzio, fluttuare e osservare il nostro piccolo mondo alla scoperta di nuovi pianeti.
Un oblò da cui salutare la luna.
E percorrere distanze siderali ad una velocità vicina a quella della luce.
Raggiungere i limiti dell'universo, dove il tempo e lo spazio assumono dimensioni inattese.
Scoprire i segreti delle origini, dare un significato alla nostra esistenza, uomini minuscoli alla conquista dell'infinito.
Ma il desiderio e la fantasia per volare così in alto devono scendere a patti con la realtà, non meno affascinante ma sicuramente più dura.
Per far volare un missile è necessario conoscere e saper usare la matematica, una materia con cui all'inizio puoi giocare ma che sin dai primi anni richiede rigore e dedizione.
Per rendere gradevole ai bambini il primo approccio alla matematica ci sono tante proposte rivolte alle scuole, laboratori, mostre interattive, conferenze.
Ma ad un certo punto il gioco non può essere sufficiente per prendere il volo: bisogna studiare.
A molti piace ad altri meno ma a tutti viene richiesto di applicare le proprie risorse cognitive, il tempo per risolvere problemi, espressioni, equazioni.
Non è un gioco da ragazzi, si entra in contatto con un mondo rigido; seppur fantasioso, entusiasmante, stupefacente resta rigoroso.
E per affrontare i calcoli e i quesiti bisogna impegnarsi, dedicarsi allo studio.
Agli adulti il dovere di creare l'atmosfera, riservare il giusto tempo, stimolare l'attenzione, concedere il silenzio per favorire la concentrazione, dare le dovute motivazioni e mostrare inflessibilità a difesa della costanza.
Per poter giocare con la fantasia anche da adulti e ambire alla Luna bisogna avere i piedi per Terra su solide basi.
Mettiamocela tutta!
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