Alcuni studenti con disturbi di apprendimento necessitano dell’autorizzazione per l’uso della calcolatrice durante l’orario scolastico sia per le esercitazioni che per i test in classe.
Si tratta di un mezzo compensativo e pertanto non deve essere visto come un vantaggio, un’ingiusta facilitazione soltanto per pochi, ma come uno strumento che permette allo studente con disturbo di apprendimento specifico nell’area del calcolo di misurarsi in altri ambiti accettando a priori la propria fragilità, rendendola quindi manifesta con una diagnosi, ma allo stesso tempo ridimensionando i suoi effetti negativi.
Non permettere questo aiuto significa non riconoscere la necessità reale dello studente a causa un’errata comprensione del disturbo di apprendimento, mancanza accettabile in persone che non svolgono la propria attività nella sfera educativa e che vanno quindi semplicemente informate sulla natura dei disturbi di apprendimento; un po’ meno giustificabile all’interno delle aule scolastiche dove quotidianamente insegnanti rigidi sulle proprie posizioni lavorano, non mirando in alcun modo alla crescita degli studenti ma soltanto alla selezione dei migliori.
Ma sono così tanti i docenti disinformati?
Fortunatamente con il passare degli anni sono sempre un minor numero gli insegnanti che non acconsentono all’uso dei mezzi compensativi ma c’è un punto sul quale vi invito a riflettere.
Ho osservato che spesso l’uso della calcolatrice viene accordato con facilità anche quando non necessario, una tattica da parte dell’insegnante per evitare problemi con i genitori, visti come antagonisti anziché primi alleati per la formazione dell’allievo.
Anche in questo caso penso che una corretta informazione sia alla base di un processo educativo. Permettere al giovane studente di utilizzare sempre la calcolatrice non è la mossa vincente per risolvere il problema di discalculia. Il genitore deve esserne cosciente e l’insegnante fermo su questo punto.
Nei bambini con discalculia che frequentano le elementari va esercitato il calcolo, quello più elementare, per abituare la mente all’apprendimento di un procedimento, all’assimilazione del concetto di quantità che si manifestano con tempi differenti ma che devono essere visti come un traguardo raggiungibile, non un problema da ignorare perché impossibile da risolvere. Questo processo di apprendimento non può avvenire se permettiamo costantemente l’uso di mezzi compensativi trasformando questi stessi strumenti apparentemente in mezzi sostitutivi. Con un uso scorretto della calcolatrice non permettiamo che queste capacità si sviluppino e priviamo lo studente dell’opportunità di crescere e migliorare.
L’insegnante deve accettare l’errore di calcolo, non considerarlo nella valutazione quando questo si presenta nei test di verifica e allo stesso tempo deve stimolare lo studente a utilizzare i propri mezzi per svolgere i calcoli più elementari. Il suo ruolo è quello di consentire l'uso della calcolatrice a piccole dosi per permettere ad altri ambiti differenti dal calcolo di svilupparsi. E il genitore deve accettare l’intenzione e sostenerla evitando di fare resistenza contro queste indicazioni.
Ma tornando alla crescita nell'ambito della matematica, per spiegarmi meglio, nessuno di noi esegue l’operazione in colonna per calcolare il doppio di 10. Ad un certo punto questo numero viene assimilato, lo si esegue a memoria o istintivamente, conoscendo naturalmente l'origine del risultato. Interviene la nostra memoria semantica.
Il bambino con discalculia impiega più tempo per apprendere e se lasciato senza calcolatrice fornirà il più delle volte il risultato errato ma se noi permettiamo sempre di utilizzare la calcolatrice gli impediamo di fatto di poter ricorrere ad altre risorse come la memoria o l’uso corretto della tavola pitagorica, quindi sviluppare altre abilità.
Bisogna stimolare il processo di apprendimento accettando l'errore fornendo sempre nuove opportunità di crescita.
Quindi, il passo successivo per l'insegnante, il genitore, il tutor è insegnare ad usare la calcolatrice nel migliore dei modi. Tutte le sue funzioni devono essere apprese e usate con competenza.
Bisogna avere una conoscenza solida sia dei concetti matematici che del mezzo compensativo per poter svolgere una consegna.
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