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la Speranza




Ciascuno di noi riceve i messaggi provenienti dall’esterno con un’intensità e un significato direttamente legati al proprio vissuto.

Ho ascoltato la presentazione del libro “La vita accade” del dottor Alberto Pellai. 

Il sottotitolo è : “Una storia che fa luce sulle emozioni maschili”.

Molte le parti che sono state spiegate durante il suo intervento ma la prima per me non si è limitata ad una lettura soltanto in chiave maschile. D’altra parte tanto più una riflessione è corretta tanto più è universale. Il titolo di quel capitolo è “Speranza”.

Io vivo nel mondo dei giovani, quelli con disturbi dell’apprendimento o con difficoltà.

I giovani che molto spesso dimenticano la Speranza di un percorso di crescita sereno e gratificante.

Ma, come scrive Pellai, La speranza è il diritto che ogni giorno rivendichiamo perchè non vogliamo rinunciare ad avere un futuro.

Quindi se anche la vita per qualcuno di noi si mostra vestita di stracci (non come per altri in cui indossa abiti da gran dama) e ci presenta continui ostacoli, difficoltà e frustrazioni, non bisogna adeguarsi e vagare senza conoscere la meta.

Bisogna decidere di muovere un passo verso il cambiamento.

Spingere chi sta intorno a noi a vederci con occhi diversi. E chiedere di avere abiti nuovi per la vita futura, non accontentarci degli stracci.

A quel punto può esserci un’evoluzione e talvolta accade che ci sia una risposta che dona Speranza: “Ci scusi, perché nessuno dovrebbe sentirsi come si è sentito lei. Venga di là, che cerchiamo qualcosa di adatto a lei”...un nuovo abito.

“Sei vestito da principe. Si riparte da qui. Hai fatto bene a non avvilire la tua speranza. A non lasciarla precipitare nel tombino, come fa la pioggia quando cade dal cielo, dai tetti, dalle grondaie, per poi finire in quel quadrato di metallo in cui tutto scompare. No, tu non scompari. Tu resti.”

Quindi insieme dobbiamo cambiare il modo di vedere i nostri figli, quelli che hanno difficoltà quotidiane e spingere anche altri a farlo.

Permettere ai nostri figli di avere intorno soltanto persone che chiedono loro di imparare perché sanno che loro possono imparare e che non si arrendano a vederli scivolare via dalla scuola senza Speranza.

 

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