- La nonna di Paolo, che ha 60 anni, ha comprato 6 libri per i suoi 3 nipotini. Quanti libri riceverà ciascun nipotino?
- Manca un dato.
- Non credo manchi un dato.
- Sì invece.
- E quale dato manca?
- Manca il numero delle pagine di ogni libro.
- Ma non è un dato utile.
' E allora come faccio a sapere quale libro devo dare al più grande che legge più velocemente e al più piccolo che legge più lentamente?
Questo dialogo è avvenuto tra me e un bimbo della scuola elementare.
A quell'età i bambini devono individuare i dati utili all'interno dei problemi eliminando quelli superflui.
Il mio allievo ha ritenuto non solo che non ci fossero dati inutili ma che ce ne fossero di mancanti.
Per un bambino non è la stessa cosa ricevere un regalo grande o uno piccolo, mangiare una fetta di torta grande o piccola. C’è una sostanziale differenza che non può essere trascurata da parte sua, nemmeno quando si tratta di rappresentare una situazione da risolvere con una semplice operazione di calcolo.
Fa fatica a staccarsi dalla realtà, ad astrarre il problema, anche se a noi, proprio quel problema, sembra essere una situazione reale.
Per questi ragazzi è necessario apprendere per piccoli passi il linguaggio utilizzato nel testo e lo schema con cui rappresentare i dati. Devono “accettare” che si tratti di una rappresentazione della realtà, concordata con altre persone, e non più della loro realtà soggettiva.
Come fare?
Ciò che per loro non è istintivo deve essere costruito con cura dedicando il giusto tempo alla lettura del testo, alla sua comprensione e all'analisi dei dati, un passaggio fondamentale che troppo spesso viene dato per scontato.
Quindi, prima di pianificare la risoluzione di un problema, dobbiamo accertarci che il testo sia stato compreso leggendo insieme ad alta voce, commentando, e che i dati siano stati interpretati e riportati correttamente nella parte dello svolgimento che precede lo schema risolutivo.
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