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pensiero collinare


Negli ultimi anni, diversi filosofi e pedagogisti hanno parlato di pensiero collinare: un modo di guardare il sapere da un punto intermedio, tra la pianura e la montagna. Non è un pensiero che si isola ma nemmeno che si appiattisce: cerca una prospettiva equilibrata da cui si possa vedere lontano senza perdere il contatto con la realtà.

Nella matematica e nella sua didattica questa immagine diventa particolarmente efficace.

Esistono infatti due vette che si guardano da lontano: da una parte la vetta della comprensione matematica, quella dei teoremi, dell’astrazione, della bellezza delle strutture logiche; dall’altra la vetta dell’apprendimento, quella della coscienza neuropsicologica, delle funzioni esecutive, della memoria di lavoro, dell’attenzione e della flessibilità cognitiva.

Tra queste due altezze si estende una valle, quella della pratica quotidiana, dove si insegnano e si imparano le basi. È lì che spesso ci si perde: chi sta su una vetta non vede l’altra, e chi resta in pianura non percepisce più la profondità del paesaggio.

Il pensiero collinare è la strada che unisce queste due cime.

Chi pensa da una collina non è un esperto assoluto di teoria né un tecnico della sola didattica: è qualcuno che possiede le basi di entrambe, abbastanza solide da poterle collegare. È un pensiero di equilibrio e di movimento, capace di tradurre un principio matematico in un’esperienza cognitiva e, allo stesso tempo, di dare forma concreta a un’intuizione mentale.

In questo senso il SEM, Specialista in Esecuzione Matematica, incarna pienamente il pensiero collinare.

Il SEM conosce la matematica ma anche la mente che la elabora. Sa riconoscere quando un ostacolo nasce da una difficoltà concettuale e quando da una funzione esecutiva fragile. Sa scendere nella realtà dello studente ma conserva lo sguardo alto di chi comprende la logica che governa la disciplina.

Il SEM abita la collina dell’apprendimento: un luogo in cui teoria e pratica si incontrano, in cui la matematica torna a essere accessibile, in cui la conoscenza non si appiattisce ma si espande.



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